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Il recupero del fico.

Il recupero del fico.

Occasioni di consumo, ricette, gusti… c’è poco da fare, ognuno vive la confettura a modo suo ed è anche molto geloso della propria scelta.

Eppure, c’è un gusto che mette sempre d’accordo tutti: Fichi e Zenzero.

Chi lo conosce, lo adora. Chi non lo scopre per la prima volta, non vede l’ora di assaggiarlo. 

[A proposito, qui potete fare richiesta di reperibilità per scoprire dove trovarlo vicino casa vostra.]

Ma cosa c’è dietro a questo gusto unico, dolce e frizzante come le mattine che nevicava e non si andava a scuola, e per il quale non smetteremo mai di ringraziare i nostri agronomi? Storia, visione, rispetto per il territorio e tanto ma tanto impegno. 

Esatto, ci sono tante cose dietro questa etichetta. Se avete un po’ di pazienza, ve le raccontiamo. Se non l’avete, vi vogliamo bene lo stesso: magari preferite leggere altri articoli del blog, oppure darci qualche suggerimento per i prossimi argomenti.

Storia.

Il fico è una pianta coltivata sin dall’antichità e non lo diciamo così tanto per dire visto che era apprezzata anche dai Sumeri ed è probabilmente la prima pianta coltivata dall’uomo.  

Ci piace immaginarli mentre fanno colazione con il sole che sorge tra il Tigri e l’Eufrate mentre spalmano la loro confettura preferita de “I Giardini Pensili di Oswald Zuegg“. 

Sono i greci prima e i romani poi a consolidare la coltura del fico nell’Italia meridionale, coinvolgendo naturalmente anche il territorio Taurasi dove si trova appunto Luogosano. Piacevano così tanto da essere considerati “degni di nutrire oratori e filosofi”, tant’è che Platone ne andava ghiottissimo. Adesso, però, non fatevi prendere troppo dall’ansia da prestazione la prossima volta che pubblicate la foto della vostra colazione su Instagram…

Visione e rispetto per il territorio.

Una volta giunti a Luogosano, il nostro primo pensiero è stato quello di recuperare e, dove possibile, migliorare, la grande cultura agricola di una zona che, nel suo passato recente, si era dedicata tanto alla produzione di vino, dimenticando un po’ tutto il resto delle cose buone che poteva offrire almondo.

Ecco, la riscoperta e la messa in produzione di “tutto il resto delle cose buone” da parte nostra non poteva prescindere dal fico.

Come li coltiviamo. 

E quali. Non potevamo che utilizzare l’ottima varietà della zona, i fichi rossi di San Mango. Piante storiche, annoverate nell’elenco dei prodotti tipici della regione Campania e che oggi, grazie a Zuegg, tornano a essere un ecotipo in espansione. Crescono in vasi posti a 50/60 centimetri da terra e la forma della pianta assume la caratteristica forma di una chioma.

Il fico è una pianta rustica che in Irpinia non ha bisogno di irrigazione, se non in casi estremi. Il frutto è naturalmente dolce e utilizzare poca acqua aiuta a esaltare questa caratteristica: per questo la confettura ai Fichi è così buona anche se non ha zuccheri aggiunti!

Fruttifica due volte l’anno. La prima a luglio, mentre la seconda, la più importante, da metà agosto a metà ottobre. Ed è proprio quello della maturazione dei fichi a essere uno dei nostri periodi preferiti dell’anno.

Ogni giorno c’è un via vai di trattorini che portano in sede tantissime cassette piene di frutti. Sono i giovani imprenditori del territorio che hanno deciso di restare qui e aprire la propria azienda agricola grazie al nostro progetto AgriCultura: ogni nuovo frutteto è una bellissima storia che cresce insieme a noi.

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