Prima di iniziare a leggere questo articolo, un avvertimento: stavolta rischiamo veramente di apparire un po’ troppo retorici.
“In che senso?“, vi starete chiedendo. Presto detto, ogni volta che pensiamo all’innesto non possiamo fare a meno di concludere qualunque ragionamento con la frase: la natura è veramente la più grande maestra di vita che ci sia.
Gli agronomi Zuegg sono a Luogosano e si innamorano delle proprietà della terra e del suo clima collinare. Effettivamente, avrebbero anche potuto innamorarsi dei tramonti sulle colline irpine, ma gli agronomi sono fatti così e noi li amiamo anche per questo.
Subito, pensano che potrebbe essere il posto perfetto per piantare albicocchi.
Subito dopo il primo subito, si ricordano che Oswald è veramente esigente in fatto di frutta e che Zuegg non coltiva mai nulla che poi lui non spalmerebbe sul proprio pane.
Non bastano quindi delle semplice albicocche. Ci vogliono degli alberi unici, da accudire con amore in un ambiente che permetta loro di crescere nel miglior modo possibile. Degli albicocchi di mamma, in sostanza.
Tutto questo perché il gusto finale della confettura dipende dalla frutta, e il gusto della frutta dipende esclusivamente dal modo in cui viene coltivato l’albero: più sostanze si utilizzano per ottimizzare la produzione, meno saranno gustose le albicocche che ne risulteranno. Quando si lavora con la natura, le scelte iniziali si ripercuotono sempre sul risultato finale. Da questo non si scappa.
Come fare, allora, ad avere tante ottime albicocche senza trasformare un frutteto in una piantagione e soprattutto senza temere troppo parassiti e agenti atmosferici?
In realtà, la soluzione era facilmente alla portata dei nostri agronomi. Anzi, chiediamo scusa in anticipo agli altri agronomi che stanno leggendo questo articolo per una risposta che potranno trovare un po’ banale: l’innesto.
Ora, a questo punto abbiamo due possibilità. La prima è spiegarvi cos’è un innesto, ma questo potete facilmente scoprirlo facendo una rapida ricerca in rete. La seconda raccontarvi come i nostri innesti incidono in maniera positiva su tutta la filiera produttiva Zuegg. E qui i lettori più tecnici apprezzeranno la parte legata ai frutteti, mentre quelli più golosi la parte legata alle colazioni.
Beh, dovete sapere che l’uomo lo fa da migliaia di anni e che la tradizione agricola del territorio taurasi ha più o meno la stessa età. Inoltre, l’innesto è tanto più efficace quanto le due piante utilizzate sono simili.
In questo caso, pruno e albicocco appartengono alla stessa famiglia e quindi il risultato atteso è facilmente raggiungibile.
Un albicocco innestato con un pruno cresce indubbiamente più forte e resistente. Non teme i comuni parassiti della pianta. È meno soggetto agli agenti atmosferici. Produce più frutti e lo fa sempre negli stessi periodi periodi dell’anno così che sia più semplice organizzare la raccolta a mano, evitando sprechi. Soprattutto, è una pianta che ha bisogno di meno acqua.
Quest’ultimo punto è fondamentale perché incide notevolmente sul gusto delle albicocche che saranno naturalmente più dolci e consistenti ovvero buone da mangiare subito ma ancora più buone, anzi ottime da spalmare e bere dopo pochi giorni. E questo non farà contento soltanto Oswald ma anche tutti voi che fate colazione e merenda con i nostri prodotti e vi basta mettere il cucchiaino nel vasetto per notare la differenza.
Ecco, se adesso siete giunti anche voi a conclusioni del tipo “in natura non sei mai solo, nemmeno se sei un albero” oppure “la natura ci insegna che l’unione fa la forza“, significa che abbiamo centrato l’obiettivo.
Se, invece, vi è semplicemente venuta voglia di pane e marmellata, almeno adesso sapete che la nostra frutta è unica perché uniche sono le persone, gli alberi e il terreno che l’hanno prodotta in modo naturale grazie all’innesto. E scusate se è poco.
P.S.
La relazione tra acqua e agricoltura, anzi tra l’acqua e Zuegg è un tema a cui teniamo molto e sul quale torneremo spesso su questo blog.
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